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- Scritto da Luca Pantano
- Categoria: Smart Government
- Pubblicato: 29 Luglio 2015
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Questi termini da qualche anno ricorrono nelle pubblicazioni del settore, anche se a volte ne sfugge il senso. Lasciatemi provare a darne una definizione.
Viral sensing: acquisizione di nuovi dati e informazioni attraverso reti digitali già presenti, raccogliendo le tracce che le persone lasciano nelle loro attività quotidiane (transazioni monetarie, spostamenti, fruizioni di servizi...) e aggregandole al fine di ricostruire i paesaggi informativi in cui si svolgono i fenomeni sociali.
Sensor Network: reti di sensori per rilevare dati sulla attività cittadina. Una adeguata massa di dati, con riferimento spaziale e temporale, permette non solo una descrizione dei fenomeni ma anche di creare un modello virtuale dell’ambiente stesso per il dominio di interesse.
Crowd sensing: conosciuto anche come internet delle persone, si basa sulle potenzialità degli strumenti social che caratterizzano il web 2.0 ; i singoli raccolgono le proprie esperienze e le condividono in tempo reale, influenzando altre persone nelle loro scelte; le informazioni che vengono raccolte sono soggettive, ma la forte interazione tra gli utenti fa si che si crei una rete da cui emerge una descrizione precisa dei fenomeni considerati. Per questo è un ottimo modo per rilevare informazioni sulle dinamiche sociali, acquisendo contributi da ogni persona senza particolari limitazioni. Invece è meno adatto per raccogliere di dati scientifici, in quanto occorrerebbe formare un gruppo chiuso di volontari aventi una formazione e una strumentazione adeguata, definendo i tempi e le modalità di rilievo.
In ambito urbano si può attivare un meccanismo di feedback attraverso dispositivi per la presentazione pubblica dei dati raccolti installati presso luoghi chiave della vita cittadina.